BRUXELLES – Il Board di BCE con a capo la sig.ra LA GARDE lontano dalle logiche della paura e dell’incertezza dei mercati ,aumenta di 1/2punto il Tasso di riferimento portandolo inesorabilmente al 3,50%. I timori di imprese e famiglie aumentano senza soluzioni di sorta nel nome di una inflazione che va combattuta solo a suon di aumenti incurante di una vergognosa attività di speculazione dei grossi gruppi d’acquisto che eludono le logiche della sorveglianza. In totale “oversight” l’unica strada maestra che la BCE percorre fa piombare tutti nel buio più profondo. L’Headline inflaction (inflazione totale legata al cambiamento del costo della vita ) e’ in calo ma ‘l’inflaction Core’ (che tiene conto dei beni soggetti a forte volatilità ) rimane elevata. Se il costo di energia, combustibili, acqua, abitazioni cala in modo sostanzioso e tangibile il carrello della spesa (alimentari e bevande ) resta sostanzialmente fuori dalle logiche economiche. Nel nostro Paese, da oggi le rate di mutuo subiscono un ulteriore incremento di 30/40 euro sulle rate per un importo medio di 120 mila e quindi chi pagava una rata di 450 euro per un mutuo a 25 anni, oggi sfonda il tetto dei 700 euro. L’aggravio degli oneri sui prestiti alle imprese si quantizza nell’ordine di decine di miliardi. Le regioni più colpite sono quelle dove si concentrano le maggiori attività produttive del Paese che si avvalgono dell’appoggio creditizio dei maggiori Istituti di Credito. In contraltare le piccole economie artigianali, commerciali e di microimpresa che esistono nell’altro “pezzo dell Italia” stanno chiudendo i battenti senza speranza alcuna. Il Capo del Fondo Monetario (La Garde) al momento rassicura che non ci saranno altri aumenti programmati ma si terrà conto dei dati di sistema sotto monitoraggio giornaliero ma basterà questa presa “di coscienza” da parte dei Banchieri, per rendersi conto che l’economia di scala dei Paesi della Eu non sono equivalenti e non si rispecchiano, e che un Paese come l’Italia in questo momento rischia un impennata della disoccupazione (già elevata) con un debito pubblico già oramai ai massimi storici. E’ la domanda che gli economisti ed il Governatore Visco sicuramente si staranno ponendo, sperando in un cambio di rotta di una politica monetaria tra lacrime e sangue.