Ricordate quanto tempo è trascorso tra l’incidente che bloccò l’entrata in operatività del primo treno nuovo di costruzione spagnola della Linea uno della Metropolitana di Napoli e il via libera governativo alla definitiva messa in circolazione? Ci volle la bellezza di un anno e più! Il tutto tra continue richieste all’Amministrazione comunale di ulteriori verifiche da parte di Ansfisa, l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali. Il direttore di Ansfisa è nominato dal Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. E proprio il Ministro Giovannini del precedente Governo Draghi difese a spada tratta l’Agenzia. Nessun ritardo, sostenne tra lo sconcerto di chi lo ascoltava, si trattava di doverosi accertamenti, funzionali alla salvaguardia della sicurezza dei viaggiatori e del personale ferroviario. Sottolineando la rilevanza dell’incidente accaduto, pur se dopo poche settimane era stato appurato che il nuovo treno non c’entrava nulla e che l’incendio divampato in galleria aveva origini esterne, cui presto si era posto rimedio. In pratica, il Ministro ritenne normale che un’Agenzia rispondesse con tempi ‘burocratici all’italiana’, cioè lunghissimi, a ogni sollecitazione del Comune, protraendo così come uno stillicidio le aspettative di tanti viaggiatori sempre più penalizzati dalla condizione del parco vetture della Linea uno, vecchie carrozze scalcagnate tuttora in funzione, tra un guasto e l’altro, con continue sospensioni del servizio.

Alle fine dello scorso anno, tra mille travagli, ha iniziato a operare il primo treno spagnolo. Ce ne sono altri tredici pronti, ma devono entrare in scena uno ogni due mesi, dopo aver ciascuno isolatamente superato una serie di prove. Ebbene, a causa di una agitazione sindacale del personale di Ansfisa, queste prove non si stanno effettuando di notte, ma di giorno, provocando ulteriori stop alla circolazione dei treni.

I nodi, alla fine, vengono al pettine. Qui non siamo soltanto in presenza di disfunzioni locali, ma di una situazione già di per sé precaria, aggravata oggettivamente dalla condotta di un’agenzia che tuto sembra avere a cuore, tranne che il miglioramento della qualità del viaggiare di tantissimi cittadini napoletani. Pare che anche Ansfisa abbia problemi strutturali, poco personale, forse anche poche risorse finanziarie. L’unione di due debolezze, insomma, non può produrre la forza!

(Anna Lepre, direttore Centro Studi Lepre Group)